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A Varese 3500 piccoli atleti in campo col Csi

VARESE – Lo sport in funzione del bambino e della sua formazione come persona e la pratica motoria come strumento di educazione delle giovani generazioni. Sono questi i capisaldi che orientano l’azione del Centro sportivo italiano di Varese che, attraverso il suo presidente, Redento Colletto, è rappresentato all’interno del Consiglio provinciale del Coni. ''La nostra presenza all’interno del Coni – spiega Colletto – aiuta sempre più a maturare, anche a livello locale (e questo grazie anche a ottimi dirigenti del Coni), la consapevolezza che occorre lavorare per ricercare strade di avviamento allo sport per tutti i bambini, senza andare alla ricerca di campioni. Il nostro scopo, come enti di promozione sportiva, non è quello di scovare campioni, ma di garantire a tutti i bambini occasioni di educazione e formazione, anche attraverso lo sport''. E il Csi varesino, attraverso il Centro didattico di cui è presidente Luigi Francesco Ceconi, da ben 28 anni offre al territorio provinciale uno strumento di avviamento alla pratica motoria che coinvolge, solo quest’anno, ben 3500 bambini tra Varese città (1500) e resto della provincia (2000). ''La nostra attività – illustra Colletto – inizia fin dalle materne e sta ora definendo un’iniziativa, denominata 'Progetto arcobaleno', per aiutare i ragazzi a provare tutte le possibili discipline sportive e valutare la più adatta''. Una scelta non facile anche perché la provincia di Varese offre ai ragazzi la possibilità di praticare tutte le discipline sportive (circa una cinquantina) affiliate al Coni con una Federazione. ''Tra i nostri bambini – afferma il presidente provinciale del Csi – l’attività più gettonata è, al momento la ginnastica. Seguono quindi il calcio, la pallavolo e la pallacanestro. Ma non mancano amanti dello sci o dell’equitazione''. Il Csi, attraverso il Centro didattico e il collegato Centro studi, propone quindi un articolato progetto territoriale per arrivare allo sport per tutti. ''Nella città di Varese – dice Colletto – con il nostro Centro didattico lavoriamo nelle scuole per conto del Centro di formazione fisico-sportiva comunale. Sul territorio cittadino, poi, collaboriamo con le società sportive minori che si servono degli impianti pubblici''. Dunque il Csi opera per i bambini. ''Il bambino è il cuore della nostra mission sportiva – afferma Colletto – e a lui pensiamo nel momento in cui studiamo ogni attività. Tutto deve servire per fare in modo che lo sport, e la pratica motoria più in generale, sia uno strumento concreto di educazione e di aiuto alla crescita del bambino per farne un adulto di domani''. Il personale che il Csi chiama a collaborare con le sue realtà è qualificato e continuamente invitato a corsi di aggiornamento. ''I bambini sono il futuro dello sport – chiosa Colletto -, ma sono soprattutto il futuro della nostra società e noi pensiamo che debbano, per questo, poter disporre dei migliori educatori senza essere assillati dall’incubo del risultato''. Sì allo sport per i piccolissimi, purché venga visto come un gioco e non abbia finalità agonistiche. È questa l’opinione di Marco Caccianiga, ex assessore allo Sport del Comune di Varese ma ancora oggi attivo nell’organizzazione di iniziative motorie rivolte ai bambini. ''In città – commenta – ci sono molte possibilità già per i bimbi in età prescolare. Per i più piccoli, lo sport privilegiato continua ad essere il nuoto in quanto viene visto come più completo, ma vengono proposte tante attività interessanti anche dalle società di pallacanestro o di pallavolo''. Secondo Caccianiga qualsiasi sport si scelga da far praticare ai bambini, la regola fondamentale da seguire è: non creare esasperazioni. ''I bambini della materna ma anche quelli delle elementari – dice – non possono sapere quale sarà lo sport adatto a loro, per questo devono essere lasciati liberi di sperimentare e di avvicinarsi alle varie discipline, per poi scegliere quale vorranno praticare magari in modo più serio''. Inutile quindi far frequentare 5 o 6 ore settimanali di piscina a un bimbo di sei anni. È molto meglio che provi ad conoscere più sport e che questi vengano presentati come un gioco. Quella dello sport visto come attività motoria guidata è la filosofia che sta alla base di quasi tutti i corsi per i piccoli e anche del progetto di attività motoria di guida al gioco calcio che il Varese 1910 ha avviato proprio lunedì 16 ottobre. ''Con sussidi didattici – spiega Caccianiga, responsabile del corso – viene fatta un’attività per far riscoprire il calcio in modo divertente. L’iniziativa è rivolta a bambini e bambine dai 3 ai 5 anni. Per ora si sono iscritti solo dei privati ma aspettiamo l’adesione anche delle scuole materne''. Durante la stagione fredda l’attività si svolgerà al Campus mentre in primavera ci si sposterà allo stadio. Altrettanto gettonati, questa volta dai bimbi delle elementari, sembrano i vari corsi di mini basket dove non viene tanto sottolineato lo spirito competitivo ma viene insegnato a fare gioco di squadra e a collaborare per raggiungere un risultato. L’offerta a quanto pare non manca e le varie associazioni hanno trovato il modo giusto per far vivere lo sport come un gioco.

L’autore - Chi è Redazione

Settimanale d'informazione del Centro Sportivo Italiano Comitato di Ravenna

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