FERRARA – Da una cosa brutta nasce sempre una cosa bella. Così recitava una famosa canzone di De Andrè; così è successo sui campi di calcio del Centro Sportivo di Ferrara. Marzo 2003, il classico sabato passato con gli amici a dare due calci ad un pallone, teatro il terreno di gioco di Vigarano Pieve. Poi qualche animo che si surriscalda, qualcuno che dimentica lo spirito del CSI, e dalle parole si passa ai fatti: due giocatori, espulsi dal direttore di gara, esagerano e alzano le mani proprio sull'arbitro, che è costretto a sospendere la partita. Una vera e propria aggressione. Il giovane arbitro, visibilmente scosso per l'accaduto, decide di punire con la querela quel gesto inqualificabile. Adesso, a oltre un anno e mezzo dall'accaduto, un epilogo che regala una luce più piacevole a tutta la vicenda. Il direttore di gara schiaffeggiato e gli aggressori giungono ad un accordo alla prima udienza del processo: ritiro della querela in cambio di beneficenza. Perché non far fruttare lo spiacevole episodio? Perché non tramutare un risarcimento danni, dopo tutti questi mesi fine a se stesso, in un concreto aiuto per chi davvero ne ha bisogno? Questo deve aver pensato il 28 enne arbitro Davide Gavagna, tanto da proporre l'insolito quanto significativo patteggiamento. Così la brutta immagine di un calciatore amatoriale che perde le staffe e aggredisce la giacchetta nera si trasforma nel bel gesto di versare una somma a titolo di beneficenza per un orfanotrofio africano. Una bella idea, che potrebbe creare un interessante precedente. Con una raccomandazione: non è mica necessario prendere a schiaffi l'arbitro per fare del bene!