Molti cittadini in queste settimane sono rimasti affascinati (altri irritati e altri ancora ridono a crepapelle) dalla candidatura di Ravenna come “Città Europea dello Sport 2016”, ponendo sullo stesso livello questo titolo a quello di “Capitale Europea della Cultura 2019”. Ma è veramente così? E’ davvero un premio di rilievo o piuttosto una sorta di medaglia di cartone luccicante che serve più alla visibilità politica (nel 2016 si terranno le elezioni amministrative con la elezione del nuovo Sindaco e della nuova Giunta) che ad un sostegno vero della città e dello sport territoriale?
Ognuno si tenga la propria opinione; vale la pena però conoscere bene i fatti e iniziare subito con lo spazzare via ogni possibile confusione, chiarendo immediatamente che questo premio non è concesso dalla Comunità Europea ma da una semplice associazione privata, né comporta alcun contributo in denaro a favore della città o delle società sportive e dei loro progetti. E’ quindi semplicemente un titolo onorifico concesso da una associazione (ACES) ad una Giunta Comunale che asserisce di meritarselo; lo scopo di tutto questo non è del tutto chiaro, poiché, in realtà, il titolo viene concesso praticamente a tutte le città che compilano bene i moduli di richiesta. Così come in concreto il premio non viene consegnato DAL Parlamento Europeo, ma NEL Parlamento Europeo, nella sua sede di Bruxelles, che è cosa ben diversa.
Alcuni dati sono certi: Il Presidente onorario e quello effettivo dell’ACES sono italiani e quest’anno su 18 (!) Città Europee dello Sport in carica, addirittura ben 10 città sono italiane: Ascoli Piceno, Biella, Brindisi, Cesena, Chieri, Jesi, Latina, Pavia, Prato e Rapallo. Il Segretario Generale dell’ACES è anche il proprietario del sito internet ed è spagnolo, e ben altre 4 Città elette, guarda caso, sono spagnole. Le restanti ultime 4 città sono: 1 rumena, 1 bulgara, 1 portoghese e 1 ceca. Per il 2016 si candidano città come Pisa, Crema, Legnano, Scafati o la polacca Wroclaw, mentre è probabile la vittoria di Palermo come Capitale. Nessuna città tedesca, francese, inglese, olandese, belga o svedese? Forse perché lì lo sport non è così importante come da noi? O forse perché nessuna si è candidata a questo titolo? L’elenco delle premiate qualche domanda, francamente, la suscita. Così come la suscita il fatto che la candidatura di Ravenna nasce su un “accordo politico” quadriennale sottoscritto l’anno scorso tra la ACES e la Regione Emilia-Romagna che prevede la candidatura ogni anno 1 città e 4 comuni emiliano-romagnoli.
Ma chi sono i due italiani in capo a questa ACES? Il Presidente Onorario è l’On. di centro-destra Mario Mauro, ex Ministro della Difesa (ex-Forza Italia, ex-Popolo delle Libertà, ex-Scelta Civica ed ora Lista Per l’Italia), mentre il Presidente in carica è Gian Franco Lupattelli, fondatore e trentennale Presidente dell’MSP Italia. E cos’è l’MSP Italia? E’ un Ente di Promozione Sportiva, esattamente come CSI o UISP, ma nato e cresciuto nelle file di Comunione e Liberazione (25 anni fa Vittorio Zambardino in un editoriale uscito su Repubblica lo definiva il “braccio sportivo di Formigoni”) e politicamente non lontanissimo quindi da Forza Italia. Questo miscuglio di associazione privata, onorevoli di centro-destra, Comunione e Liberazione, MSP Italia e questo titolo che viene consegnato nella sede del Parlamento Europeo dove siede l’onorevole di centro-destra, presidente onorario della associazione privata di cui è presidente il presidente di un Ente ciellino vicino al centro-destra, che assegna l’onorificenza per lo sport nel 60% dei casi a comuni italiani…. insomma sembra un insolito girotondo tipico di chi se la canta e se la suona, una sorta di “Fiera dell’Est” che solo a cercare capirla viene il mal di testa.
Questo titolo onorifico è quindi un premio serio o una medaglia di cartone? Ripetiamo: c’è rispetto della opinione di tutti, soprattutto se le informazioni ora sono più abbondanti (non diciamo più chiare…). Qualche perplessità però è più che legittima, così come è legittimo che qualche cittadino sospetti che il tutto sia per fregiarsi di una onorificenza pseudo-europea proprio nell’anno delle elezioni amministrative, visto che il 2019, dove le cose sono serie davvero, è ancora lontano. La stessa cosa capitò due anni fa a Cesena, dove si spinse per far concorrere e vincere la città nel 2014, guarda caso anno delle amministrative. Fortuna o strategia? Beh ora qualche dirigente di Cesena è arrivato a Ravenna, e le Elezioni Comunali arrivano giuste giuste nel 2016…
Intanto a fine settembre arriverà in città, a spese del Comune, la cosiddetta commissione giudicatrice dell’ACES. Potrebbe trattarsi di un pro-forma, in realtà. Alla commissione verranno sottoposti i progetti elaborati dalle società sportive e recepiti dall’assessorato allo sport. In settimana è stata resa ufficiale la composizione del Comitato di Accoglienza che i prossimi 22, 23 e 24 settembre guiderà la Commissione Giudicatrice a Ravenna a visionare l’impiantistica diffusa sul nostro territorio e a incontrare le realtà sportive locali.
Quali impianti verranno mostrati? Il Pala Costa (dove tra un anno potrebbe non giocarsi più)? Il Pala Mattioli? La nuova Ricci Muratori? Il Pala de Andrè (dove non si giocherà più già da quest’anno)? Oppure la Palestra Pasini, il Ginanni Vecchio o la Olivetti? Verrà mostrata la Ravenna bella o la Ravenna vera del quotidiano? Oppure verranno mostrate le pinete e i campi di beach al mare che ci si ostina ancora a spacciare come “palestre a cielo aperto” per dimostrare che non abbiamo bisogno di quelle vere? E quali società verranno presentate? Quelle famose e ricche di spazi o quelle sfigate a cui il Comune nega le ore di palestra? Delle 109 società affiliate al CSI, nessuna ci ha comunicato di essere stata contattata per alcun incontro. Gli parleranno del “Patto per lo sport per tutti” firmato dal Sindaco pochi giorni prima della sua rielezione del 2011 e il giorno dopo ampiamente disatteso, oppure diranno che non si è mai fatto così tanto per lo sport di base a Ravenna come in questi ultimi 8 anni? Saremmo veramente curiosi di vedere pubblicato il test di autovalutazione (il cosiddetto allegato B) che Ravenna ha inviato a Bruxelles per capire cosa si è detto di noi stessi.
Un fatto però è certo; in caso di (ineluttabile) assegnazione del prestigioso titolo, Ravenna dovrà inviare, a spese del Comune, una delegazione a Bruxelles a ritirare il trofeo. Ma non è finita qui: nel 2016 Ravenna dovrà organizzare, a spese del Comune, una Cerimonia/conferenza stampa di presentazione ed apertura delle attività, alla presenza, a spese del Comune, di rappresentanti ACES; organizzare, presumibilmente a spese delle società sportive, almeno 24 eventi sportivi di grande rilevanza (internazionale, nazionale, regionale, locale), a cui dovranno presenziare, a spese del Comune, i rappresentanti ACES; organizzare, a spese del Comune, una Cerimonia/evento di valore sportivo e culturale europeo – con tema a scelta – da effettuarsi al termine delle attività ed entro il 2016, a cui dovranno essere invitate rappresentanze di tutte le Amministrazioni comunali che hanno conseguito i riconoscimenti ACES nell’anno. Ovviamente è probabile che nostre delegazioni dovranno poi ricambiare presenziando (a spese del Comune?), a tutti gli eventi organizzati dalle altre città europee vincitrici. L’impressione, in tempi di spending review, non è delle migliori in una Ravenna che dice di non avere i soldi per fare nulla e soprattutto la percezione di molti è che in questa operazione siano più i costi dei ricavi.
Un ultimo fatto infine è sicuro: se è vero che ‘’i criteri sulla base dei quali sono individuati i Comuni in grado di ricevere il titolo sono fondamentalmente tre: la qualità e la quantità dell’impiantistica presente sul territorio; la capacità di organizzazione di eventi sportivi locali, nazionali ed internazionali; la diffusione del valore dello sport per tutti, intendendo con questo non solo quello agonistico’’, allora i nodi potrebbero al pettine davvero, se ci sono: qui si capirà in concreto se il titolo viene assegnato sulla base di una rosea autovalutazione del Comune e su visite pre-confezionate, oppure su una concreta valutazione fatta ascoltando e capendo lo sport di base, i cittadini e la reale situazione del quotidiano; capiremo cioè se è una medaglia di cartone oppure una cosa seria.
PS – I fatti riportati qui sopra non sono frutto di opinioni ma di una scrupolosa raccolta di notizie effettuata su internet attraverso Google e che può essere fatta da chiunque.