CESENA – Rambo non ce l'ha fatta. Dopo 3 giorni di silenziosa ma irriducibile lotta, coricato nel reparto di rianimazione Bufalini di Cesena, il fisicone di Matteo Rambelli ha ceduto. E la pallacanestro forlivese, ancora una volta, piange una sua giovane vita che se ne va davvero troppo in fretta. Tutto ha inizio la sera di venerdi scorso, 19 novembre. Matteo è nello spogliatoio dei Fludifikas e si sta cambiando per entrare in campo. Improvvisamente i suoi compagni se lo ritrovano sdraiato per terra. Qualcuno pensa stia scherzando o magari che stia solo ripescando qualcosa che gli possa essere scivolato sotto la panca. Poi però ci si accorge che Rambelli sta avendo una crisi, che all'apparenza sembra di tipo epilettico. Viene chiamata all'istante un'ambulanza: i medici che intervengono valutano immediatamente come molto grave la situazione, al punto che direttamente sull'automezzo Rambo viene intubato e posto in coma farmacologico. Un'operazione che dura circa 40 minuti, dopodichè seguono la corsa al Bufalini, il ricovero in rianimazine, e un weekend da incubo. In cui la voce del dramma gira freneticamente nell'ambiente basket di Forlì… Rambelli è stato vittima di un aneurisma cerebrale ("dilatazione di un'arteria o vaso venoso"). La notte tra venerdì e sabato è un calvario, coi compagni di squadra raccolti nell'angusta sala d'aspetto e i familiari dentro al reparto. Verso mezzogiorno di sabato la situazione sembra irrimediabilmente compromessa; sembra che da un momento all'altro possa essere decretata la "morte cerebrale", con tanto di autorizzazione all'espianto degli organi. Poi un piccolo cenno di ripresa consiglia pazienza, anche se a questo punto l'equipe medica riferisce che la prospettiva più ottimistica tende allo stato vegetativo permanente. Passa anche la domenica (con una crisi respiratoria che Matteo riesce a superare), poi – lunedi mattina 22 novembre 2010 – il corpo di Matteo Rambelli cessa definitivamente di vivere. Matteo Rambelli era molto conosciuto nell'ambito della pallacanestro minore forlivese e romagnola. Dopo una giovinezza da portiere di calcio e con tanti chili di troppo, il basket lo aveva appassionato tardivamente (cominciò a giocare extra-campetto ben oltre i vent'anni). E gli aveva rimodellato un fisico che era in breve diventato agile e potentissimo. Tanti anni da pivot alla Giorgina Saffi, poi l'Idb che lo convinse ad uscire dalla sfera del tutto 'amichevole' della Giorgina per provare a giocare un filo più 'sul serio', in Serie D, cosa che a Rambo riuscì tutt'altro che male. Ben prima che il suo livello di gioco calasse per motivi anagrafici, Rambelli aveva lasciato il basket 'agonistico' avvicinandosi prima, ed entrando in pianta stabile poi, dentro al clan cestistico/goliardico dei Fluidifikas. Di cui aveva fondato la costola "Fludifikas Dodgeball", in quanto appassionatissimo di… palla avvelenata, militando anche nel Campionato CSI di Ravenna Il 15 febbraio prossimo Matteo Rambelli avrebbe compiuto 38 anni. Ci stringiamo intorno alla moglie Luana e alla piccola Virginia: a noi Rambo mancherà terribilmente, a loro qualcosa di più.