RAVENNA – Di nuovo tempio dello sport. Il PalaCosta è destinato a tornare agli antichi fasti grazie ai lavori di ristrutturazione, adeguamento e rifunzionalizzazione disposti dal Comune di Ravenna e che saranno eseguiti dalla ditta Stella Donato di Altamura (Bari). L'investimento messo in campo da Palazzo Merlato è di 2 milioni e 820mila euro per la realizzazione dei lavori, a cui si devono aggiungere i 552mila euro necessari per l'acquisto del palazzetto dal Coni. I cantieri sono partiti ieri e si concluderanno a metà del 2008 (nella foto, l'ingresso del PalaCosta con il cantiere). Oltre all'adeguamento alle norme di sicurezza, di igiene e sportive, il progetto prevede una radicale ristrutturazione. La capienza risulterà superiore ai mille posti e l'altezza minima sul campo per la pallavolo e la pallacanestro superiore ai 9 metri. In tal modo si potranno disputare i campionati nazionali di pallavolo di serie A1 femminile e A2 maschile. Il livello di attività della pallacanestro è, invece, direttamente legato alle dimensioni del campo esistente (14×26 metri) che non possono essere aumentate; saranno dunque possibili le attività della B maschile e della A2 femminile. Per ottenere sul campo un'altezza di 9 metri, è prevista la demolizione della vecchia copertura e la sua sostituzione. L'aumento della capienza riguarderà la sala principale; il progetto prevede anche il ritorno delle attività, quali lotta, boxe e judo, che già si svolgono nelle altre palestre della città, all'interno del palazzetto, che saranno rese fruibili, come tutti i locali, anche ai disabili motori. Nella parte ''vecchia'' troveranno inoltre posto: la saletta fitness (pesi), con gli spogliatoi completamente ristrutturati, un locale di pronto soccorso per il pubblico, uno spogliatoio per istruttori, tre uffici, un piccolo bar, una guardiola per il personale di servizio, una zona per i tavoli e le attrezzature delle giurie, servizi igienici, un ascensore per l'accessibilità ai disabili dei piani superiori. Nella parte nuova ci saranno: due spogliatoi per atleti, due per arbitri, un locale di pronto soccorso per atleti, una saletta per esercizi di preriscaldamento. La superficie totale dell'impianto risulterà di 3.353 metri quadri, con un incremento di 238 su quelli attuali. La superficie coperta passerà da 2.052 a 2.160 metri quadri. La situazione dello storico Palazzo dello Sport intitolato ad Angelo Costa, è stata uno dei più eloquenti indicatori del poco interesse che le Amministrazioni Locali succedutesi negli anni alla guida di Ravenna hanno cronicamente dimostrato nei confronti dello sport cittadino. Una struttura che per anni, come al solito, non ha visto alcun lavoro di manutenzione e di adeguamento, salvo che, al momento in cui essi erano davvero inevitabili (e purtroppo più costosi), ci si è accorti che il PalaCosta non era di proprietà del Comune, bensì del Coni di Roma, il quale, nel pieno della crisi economica, aveva ben altre necessità che non venire a ristrutturare un palazzetto di provincia. E così è stato chiuso, prima nella sala centrale e ultimamente anche le salette collaterali, in attesa che si definisse la situazione e si capisse chi doveva effettuare i lavori e se disponeva dei denari per farlo. Ora che, grazie anche alla pressione degli ambienti sportivi e soprattutto ai prezzi irraggiungibili che rendono il PalaDeAndrè inaccessibile, il problema è stato risolto e che si andrà a spendere oltre sei miliardi e mezzo (!!!) delle vecchie lire, gli sportivi ravennati si pongono alcune domande: chi potrà utilizzare questa struttura? Rimarrà solo il tempio delle grandi squadre in mano agli imprenditori o sarà possibile che anche le piccole realtà sportive costituite da semplici cittadini, che sono i finanziatori del progetto con le proprie tasche, possano utilizzare anche solo sporadicamente l'impianto? Vi si potrà fare un momento nazionale di tennistavolo? Vi si potrà svolgere una gara regionale di ginnastica artistica? Oppure tutto è subalterno esclusivamente ai voleri delle grandi lobby dello sport commerciale? Ed ancora, che fine farà il PalaDeAndrè visto che tra due anni vi sarà una vera alternativa? Le società che saranno selezionate a spostarsi al Palazzetto, lasceranno davvero libere le altre palestre di città o riusciranno ad accapparrarsi questo e quelle? In base a quali criteri ad una società ne verrà consentito l'uso e ad un'altra no? Su tutto questo i cittadini e le piccole società sportive sono chiamati e vigilare, al fine di impedire che lo sport, i contributi, gli impianti sportivi e, da un certo punto in poi anche la dignità, diventino appannaggio di pochi privilegiati.