Un orto a centimetri zero, verticale, biologico, che funziona come un elettrodomestico, nutre nebulizzando semi e radici risparmiando il 90% dell’acqua rispetto a una coltivazione tradizionale. Si tratta di “Veve” ed è stato ideato nel green hub di Progetto Manifattura, a Rovereto, da Matteo Sansoni. L’innovativa start up, dedicata alla realizzazione di orti verticali aeroponici, dove le radici degli ortaggi e delle verdure crescono risultando quasi sospese nell’aria, è stata presentata all’ Expo, nella lounge del ministero delle politiche agricole, all’interno del padiglione Italia.
La scelta di concentrarsi sull’aeroponia «comporta due fondamentali vantaggi. — spiega Sansoni —Occupa poco spazio (solo un metro quadro di base per 2.30 metri di altezza) e non richiede impianti idrici complessi, massimizzando la superficie di coltivazione (possono essere collocate più di 200 piante); il sistema ha un impatto idrico limitatissimo, risparmia il 90% di acqua rispetto a un orto tradizionale ». L’impatto idrico limitato e la possibilità di non dover ricorrere ad ingenti quantità d’acqua, inoltre, rendono «veve perfetto per zone caratterizzate da siccità e scarsità idrica, dove gli orti tradizionali hanno un forte impatto negativo sulle riserve acquifere».
L’obiettivo di veve, nonostante sia ancora un prototipo, consiste nel produrre la quantità necessaria di vegetali e frutta per tutti, con bassi costi e facilità di gestione. In questo senso, si può dire che Veve svolge una triplice funzione: garantisce la sicurezza alimentare, dato che ognuno con un semplice balcone, una terrazza inutilizzata o anche soltanto un angolo di una stanza potrà avere frutta e verdure fresche e direttamente controllate; ha un valore nutrizionale, può fornire a una famiglia di quattro persone il fabbisogno giornaliero di vitamine e nutrienti per una dieta sana e riattiva il processo di restituzione del valore al cibo: stando a contatto ogni giorno con ciò che consumiamo impariamo il valore del cibo e impariamo a non sprecare.
